
Il 30 settembre di 70 anni fa James Dean si schiantò con la sua Porsche 550 Spyder (con il numero di partenza 130 sulla carrozzeria) mentre stava viaggiando verso Salinas dove avrebbe dovuto gareggiare con la sua nuovissima “Little Bastard” come aveva ribattezzato il suo nuovo gioiellino.
Su quella strada finì la vita di un attore e cominciò la storia del mito. Perchè da allora quel ragazzo di 24 anni è entrato nella leggenda.
James Dean, come ha ricordato Germano Bovolenta in un bel servizio su Sportweek, era una grande appassionato di sport: basket, baseball e salto con l’asta. Era pure bravo, ma appena raggiungeva dei buoni risultati, cambiava disciplina.
La sua grande passione però era a velocità. Amava correre in macchina e proprio la velocità lo ha tradito quando all’incrocio con le due autostrade, la 41 e la 466, andò a schiantarsi con la Porsche contro una Ford grigia, guidata da Donald Turnspeed, 24enne studente di college. Poche ore prima era stato multato per eccesso di velocità quando fu feermato perchè viaggiava a 115 orari con il limite a 90.
James Dean che stava viaggiando verso un circuito per gareggiare aveva pensato: prima o poi quella Ford si fermerà…. Invece lo schianto è stato inevitabile. L’impatto tra una sogliola e una balena. La Porsche era bassa, leggerisssima e pur non viaggiando velocissima, su schiantò contro la Ford Tudor Coupé. “E’ su una Ford del 1946, noi sulla DeLorean. Ci sbriciolerebbe al suolo come carta argentata”, si sente dire dal Doctor in Ritorno al Futuro 2… E’ quello che è successo quel giorno.
Il suo meccanico Rolf Wütherich che viaggiava al suo fianco e lo studente non riportarono gravi ferite. Il meccanico fu subito sbalzato fuori dall’auto. James Dean vi rimase incastrato e volò in aria..
Fu trovato incastrato al posto di guida, con la spina dorsale spezzata, le braccia rotte, il volto quasi irriconoscibile. Morì sull’ambulanza prima di arrivare all’ospedale di Paso Robles. Aveva 24 anni, 7mesi e 22 giorni. Aveva un grande futuro davanti.
Qualche giorno prrima di quel viaggio, James Dean che era impegnato a girare il Gigante, fu convinto anche a mettersi a disposizione per uno spot sulla sicurezza stradale. Nello spot avrebbe duto dire: “Guidate con prudenza, la vita che salvi potrebbe essere la tua”. James sbagliò e recitò così: “… la vita che salvate potrebbe essere la mia”. Quasi un segno del destuno.
La Little Bastard rimase per settimane sul bordo della strada e per 25 centesimi, gli ammiratori dell’attore o i semplici curiosi potevano toccare la carcassa o addirittura sedersi al posto di guida tra le macchie di sangue. Il turismo macabro non è una novità dell’epoca dei selfie.
James Dean aveva acquistato la Spider per correrci nelle gare del circuito ufficiale americano. Aveva previsto di farsela portare in pista a Salinas dove avrebbe gareggiato una volta concluse le riprese de “Il gigante”, poi decise di guidarla lui per capirla un po’ di più. Era un piccolo missile: lunga 3,7 metri, larga 1,5 e alta 98 centimetri, con un peso di poco inferiore ai 600 kg. Sviluppava 135 cavalli che oggi sembrano pochi, ma allora non lo erano.
L’attore aveva già gareggiato con una Porsche 356 spyder: il 26 marzo aveva vinto a Palm Springs (sabato nella categoria dei debuttati e domenica era arrivato secondo assoluto) e poi il primo maggio era arrivato nono a Bakersfield. Ci stava provando davvero.
La Little Bastard o almeno i suoi resti, divenne presto un’auto maledetta. Acquistata, da George Barris, celebre preparatore dell’epoca, fu rivenduta a pezzi mentre la carcassa venne spesso esposta. I componenti venduti però provocarono incidenti e morti… si racconta anche di fatti strani avvenuti quando la carcassa veniva esposta tanto che alla del 1960 se ne persero le tracce dopo che qualcuno rubò quel che restava da un treno.


